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L’Italia considera il Superbonus come una grande occasione per far ripartire l’economia: secondo un rapporto del Cresme, il valore della produzione del settore delle costruzioni è diminuito del 7,4% nel 2020. Ciò perché le aziende edili hanno rimandato l’attività, in attesa della piena attuazione del Superbonus.
Per questo motivo, i termini della misura sono stati allungati fino al 30 giugno 2022 per interventi effettuati su edifici a prevalenza residenziale e al 31 dicembre 2021 per le case popolari.
La discussione è ancora in corso: questo significa che è possibile un ulteriore allungamento della scadenza.
Inoltre, sono state aumentate le risorse destinate al Superbonus: da €10,26 miliardi a €18,51 miliardi, provenienti dal Recovery Fund.
Secondo il Centro Studi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, se lo Stato investisse €13 miliardi nel Superbonus, l’economia italiana trarrebbe diversi benefici:
- - €42 miliardi di giro d’affari tra tutti gli attori coinvolti,
- - €7,5 miliardi di maggiori entrate per lo Stato,
- - 100mila occupati in più all’anno nei settori dell’edilizia e dell’indotto,
- - €600 all’anno di risparmio netto per le famiglie.
Come riporta il Sole 24 Ore, gli interventi aumenteranno il valore degli immobili, compensando il crollo dei prezzi causato dalla crisi Covid-19.
In Italia, il miglioramento di una classe energetica, cioè della misura di quanta energia consuma un immobile, alza mediamente del 3,6% suo valore.
Tuttavia, secondo una ricerca universitaria del 2019, ci sono grandi differenze tra le varie zone d’Italia e tra i tipi di interventi.
Per esempio, un immobile nel centro di Bari che passa dalla classe G alla classe B aumenta il proprio valore del 9,87%. Se dovesse passare dalla classe G alla classe A, l’aumento sarebbe del 29,41%.
Ad Aci Calabria, invece, un miglioramento dalla classe G alla classe A aumenta il valore dell’immobile dell’ 84%!
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